• Periodico di
      Informazione turistica
      Aut. Trib. NA n.3104 del 15.04.1982

      Editrice Surrentum
      Viale Montariello, 8 - Sorrento

      Direttore Responsabile:
      Antonino Siniscalchi

      Redazione:
      Luisa Fiorentino
      Mariano Russo

      'Surrentum' viene stampato in 13.000 copie da 'Tip. La Sorrentina' Sorrento
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Giuliana Gargiulo di Giuliana Gargiulo

È un eterno ragazzo. Anche se da qualche giorno ha compito ….anta anni, Renzo Arbore è Renzo Arborepiù giovane che mai. Artisticamente parlando, nel corso della sua pluridecennale carriera, ha dispensato leggerezza e goliardia, con ironia intelligente e provocatoria. Anche per queste qualità, quasi nessuno avrebbe scoperto i suoi anni se giornali, radio e televisione non ne avessero strombazzato il numero. Renzo Arbore è nato a Foggia, in una famiglia gentile che gli ha trasmesso l’amore per la musica e per le canzoni napoletane. Sua madre cantava il repertorio classico. Al resto ci ha pensato lui, innamorandosi del jazz e dei suoi protagonisti. Quando è arrivato a Napoli per studiare Giurisprudenza e poi si è laureato all’Università Federico II (ed io c’ero!), Renzo sapeva già moltissimo di musica. Negli anni universitari suonava il clarino con una band formata, tra gli altri, da Bruno ed Ermanno Rotoli. Delirava per Louis Armstrong e quella volta che venne a Napoli per un concerto alla Nato per lui fu la felicità. Conosco Renzo da quando eravamo giovanissimi, diventato amico per la pelle di mio fratello Gerardo, divenne un frequentatore di Sorrento e delle sue malie. Non ci siamo mai persi di vista, io seguendo il suo lavoro e intervistandolo, lui interessandosi al mio e scrivendo due prefazioni ai miei libri. Alternativo, inventore di una maniera intelligente di fare televisione (L’altra domenica, Doc, Quelli della notte, Indietro tutta, Meno siamo meglio stiamo, tanto per citare qualche sua trasmissione), con il gusto del gioco, che è un suo modo speciale di vivere la quotidianità, Renzo ricorda e racconta.
Puoi ricordare un momento di quando eri bambino?
Mia madre mi regalò una fisarmonica con la quale mialla musica. Mi piaceva anche ascoltare la radio con le cuffie: una sorta di magia e una scoperta prendere stazioni lontane. Ricordo la prima volta che sentii Roberto Murolo, ne fui rapito. Mia madre non era poi così contenta della mia passione, voleva che mi laureassi.
Quando sei venuto per la prima volta a Sorrento?
Sorrento per un appassionato di canzoni napoletane, è un nome magico. Ma l’appassionato non ero ancora io, era mio padre, il dottor Giulio Arbore. Aveva studiato a Napoli, aveva abitato e lavorato come dentista al Vomero e “ teneva” una passione per Sorrento. Così a Pasqua, approfittava del precetto pasquale, che per tradizione mia madre voleva che si facesse a Pompei, (da allora la Madonna omonima sta a capo del mio letto) e ci si allungava successivamente a Sorrento, con la scusa del pranzo.
Hai un ricordo della prima volta?
Il mio primo Sorrento non me lo ricordo, forse ero troppo piccolo e per me era tutto Napoli. Mi ricordo invece di quando da Napoli vi andai finalmente con una fidanzatina per la tipica gitarella domenicale, quella coi soldi giusti – giusti per la motonave, qualche panino e un souvenir.
Che successe in quella gitarella?
Quel giorno l’odore del fritto di pesce (che poi avrei saputo che si chiamava fravaglia) veniva, fortissimo da un ristorante che si chiamava e si chiama ancora “La vela bianca”. Eravamo due guaglioni, la fame era il nostro forte e l’olfatto fu il nostro debole. Rapidi calcoli. Rinunciando a visitare la città “ncoppa” (eravamo sbarcati a Marina piccola), rinunciando al souvenir, rinunciando al pacchetto di sigarette (che a quell’età faceva uomo) forse si poteva ipotecare tutto per quella frittura. E così fu. Sbranata in mezz’ora (ma attesa per un’ora) fu quello il mio primo Sorrento esplorato da solo.

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