• Periodico di
      Informazione turistica
      Aut. Trib. NA n.3104 del 15.04.1982

      Editrice Surrentum
      Viale Montariello, 8 - Sorrento

      Direttore Responsabile:
      Antonino Siniscalchi

      Redazione:
      Luisa Fiorentino
      Mariano Russo

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Giuliana Gargiulo di Giuliana Gargiulo

Mike BongiornoNessuno come lui. Perché almeno nel suo campo è sempre il migliore. Anche la sua ultima trasmissione si chiama così, titolo inconsciamente destinato a lui, piuttosto che ad uno dei tanti concorrenti. Mike Bongiorno, a più di ottanta anni (84!) vive la sua età con una spavalderia unica e una capacità mai messa in discussione. Nato a New York il 26 maggio 1924, dopo la collaborazione ai giornali, a venti anni si spostò negli Stati uniti per collaborare con l’emittente radiofonica “The voice”. Per tutta la carriera non l’ho perso di vista, a volte rincorrendolo o anche assistendo a performances o testimonianze, sempre al di sopra di ogni sospetto. Quando Sabina Ciuffini arrivò a Napoli venne a casa mia per intervistare Carla Fracci . Era diventata una brava giornalista ma per tanti di noi era sempre la valletta più arguta che Mike avesse avuto, nè silenziosa e discreta come Edy Campagnoli, (che timidissima non spiccicava parola), la prima a commentare e a portare in video vertiginose quanto caste minigonne. Alt i tempi! Quelli memorabili che continuavano l’era iniziata da Mike. Imperatore o re, Mike è un monumento della nostra televisione. Arrivò in Italia dall’America per trattenersi il tempo di un’inchiesta. Rimase con noi per sempre. Quando il 3 gennaio 1954 cominciarono le trasmissioni della nostra televisione (come passa il tempo, io c’ero) Mike faceva parte dei pochi eletti fondatori e protagonisti dello schermo in bianco e nero, Rai uno, unico canale. Inutile dire che seavevamo Tognazzi e Vianello e una grande storia di spettacoli da proporre, poesie o novelle lette dal un suadente Albertazzi, non sapevamo nemmeno cosa fossero e a cosa servissero i quiz. Continuano ad imperversare, e in tutte le possibili derivazioni, e ce li portò e li propose Mike e sempre MIke. Con i quiz arrivarono concorrenti, diventati personaggi i cui nomi indimenticabili sono entrati nel lessico quotidiano, la signora Longari e la caduta sul pisello, il signor Marianini con il suo parlar forbito, l’esperto Lando Degoli, che portò a lla il controfagotto. La sera della sua prima trasmissione di successo, con il ciuffo biondo spiovente e gli occhialoni spessi, Mike paralizzò l’Italia. I bar e i circoli diventarono adunate per i telespettatori, perfino al cinema la proiezione veniva interrotta, si seguiva “Lascia o raddoppia” e poi il film ricominciava. Ci si ritrovava nelle case amiche, sempre e soltanto per Mike, ra uno spaghetto fumante o un caffè frettoloso, incollati al teleschermo dove lui primeggiava e pontificava. Faceva anche film in cui compariva sempre in veste di se stesso. E tutti non volevamo perdere le sue battute e le sue gaffes, che, vere o presunte, dettero il via alla più grande delle curiosità, quella di Umberto Eco che, ben lontano da “In nomedella rosa”, scriveva un intero saggio “ Fenomenologia di Mike Bongiorno”, dedicato al presentatore di tutti. Non so voi ma tanti di noi siamo stati lungimiranti a credereal finto distratto ma sempre “onesto e bravo presentatore”. Da sempre Mike ha ignorato le critiche e i comm ti malevoli e ha creduto sempre e soltanto nel suo lavoro. E’ andato diritto per la sua strada, anche senza aver approfondito l’argomento, dubito abbia fatto mai una scorrettezza alle spalle di uncollega o un amico.

 Mike Bongiorno e Fiorello

La sua personalità è stata trasparente e corretta. Artisticamente parlando ha visto nascere e morire decine di filoni, di interpreti, di attori, di presentatori, di cantanti, di autori…. Fuochi di paglia che, talvolta lo hanno irriso senza capirlo, però finiti per soccombere. Lui no, è rimasto sempre sulla cresta dell’onda, senza flessioni di popolarità e di rispetto. Forse proprio questo è il sentimento che ha segnato il pubblico nei suoi confronti: il rispetto, al quale si è aggiunto l’affetto per un signore della porta accanto, per lo zio affettuoso o l’amico di vecchia data. Soltanto Montanelli ha sempre ribadito la qualità di un uomo che in tempo di guerra si è fatto anche la galera e non per scandali o fotografie, lucri o intrallazzi ma per un’ ideologia seria mai accantonata. “Il generale lla Rovere”, film di Roberto Rossellini, interpretato da un eccellente Vittorio de Sica, ne sfiora la storia. Ancora una volta, Mike fa gli occhi lucidi quando parla di come ha cominciato, l’amore per la madre, il sentimento per l’Italia, la voglia di lavorare con serietà, il lavoro a soli sedici anni, le collaborazioni anche difficili con i giornali nei primi anni vissuti a Torino. Lo hanno tartassato per anni per il suo italiano e la sua semplicitàe invece Mike ha insegnato agli italiani molto più di uncorso di lingua. Prima ancora dell’inizio della televisione lavorava ad “Arrivi e partenze”. Fu scoperto, come racconta, da Luigi Cavallaro, un grande giornalista dello sport che morì nell’incidente aereo di Superga. Viaggiava con la squadra del Torino, precipitarono tutti. “Devo molto al caso, dice, Cavallaro aveva bisogno di un giovane collaboratore ed io accettai l’offerta al volo. In seguito alla Stampa di Torino quando il giornale chiudeva, gni notte, trasmettevo agli stenografi i pezzi scelti dal dettore. Parlando parlando mi accorsi di avere “ una voce” che migliorò sempre di più con il continuo esercizio”. Alla sua veneranda età, Mike è più giovane e in carriera che mai, ironico e intelligente non si è negato alla campagna Infostrada che condivide con il creativo- dirompente Fiorello. Di volta in volta Mike è Dante, Garibaldi, il pizzaiolo o il giornalaio all’angolo. Parla di patria e di Italia tout court ed è sempre credibile. Si camuffa da barbone o indossa impeccabili smoking, e lancia gags che passano di bocca in bocca. Memorabile Mike, al quale negli anni è stato negato perfino il senso dell’umorismo, lui che ne ha da vendere. Chi avrebbe altrimenti accettato di trasformarsi ogni sera in un personaggio diverso, o per giunta bistrattato dal giovane Fiorello? Dal 1977 , quando accettò di collaborare con Mediaset è stato ancora una volta coerente e lungimirante. Colse al volo la proposta di Silvio Berlusconi he moltiplicò all’infinito il suo compenso, straconvinto che il presentatore per eccellenza sarebbe stata la sua più importante carta da giocare. Così è stato. Mike da allora ha totalizzato centinaia e centinaia di copertine, ha presentato di tutto, anche il Festival di Sanremo più volte. Guardando la televisione siamo in tanti a rimpiangere la sua classe e il suo stile. In epoca di volgaritàe spogliarelli, Mike continua a suggerire alle bellezze televisive di non eccedere, di coprirsi di più, rispolverando il vanto che gli è stato riconosciuto dall’Accademia della crusca di aver insegnato l’italiano agli italiani che cinquanta anni fa in molte regioni parlavano soltanto il dialetto. Oggi è felice e sereno con la bella moglie e i tre adorati figli. Non chiede niente e rimpiange poco. Soltanto stuzzicandolo a fondo confessa che gli è piaciuto molto ricevere la Laurea Honoris Causa. Che diciamo la verità, non solo per i tempi che corrono e i personaggi che ci affliggono, è stata più che meritata. Un diritto, direi. Auguri Mike.


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