• Periodico di
      Informazione turistica
      Aut. Trib. NA n.3104 del 15.04.1982

      Editrice Surrentum
      Viale Montariello, 8 - Sorrento

      Direttore Responsabile:
      Antonino Siniscalchi

      Redazione:
      Luisa Fiorentino
      Mariano Russo

      'Surrentum' viene stampato in 13.000 copie da 'Tip. La Sorrentina' Sorrento
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articolo di Filippo Merola, direttore del Museo

Pastore Museo CorrealePer tanti napoletani si rinnova, anno dopo anno, l’appuntamento con il presepe. La passeggiata le bancarelle di S. Gregorio Armeno (Napoli) e la visita ai pastori-presepe d’arte del Museo Correale, fa rivivere il tono festoso e spettacolare delle scene di vita quotidiana popolaresca. Non è molto tuttavia il materiale che oggi si ammira negli allestimenti dei nostri musei comparato con la straordinaria esplosione del fenomeno presepiale nella sua stagione più felice, che dura fino al primo quarto dell’Ottocento. La generale predilezione verso questa particolarissima forma d’arte, con qualche rara e snobistica eccezione, è di antica data. Nel 700 il presepe napoletano si diffuse largamente ad opera di Carlo III di Borbone. Gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un’impronta naturalistica, le scene sono costruite con dovizia e ricchezza di particolari, la perfezione dei volti dei pastori e delle figure umane ed animali in generale, creavano nei visitatori ammirazione e stupore. Il presepe di questo secolo è una nuova forma di spettacolo dove troviamo spaccati di vita quotidiana che riflettono la cultura dell’epoca, gli storpi e i diseredati rappresentati non senza sarcasmo, l’opulenza dei nobili orientali e delle loro corti a simboleggiare i privilegi dei nobili, l’osteria con l’avventore e l’oste a rappresentare la bonomia del popolo. Costituisce infatti un punto sul quale concordano le annotazioni di viaggio degli scettici, curiosi, o divertiti protagonisti stranieri che scelsero Napoli come meta privilegiata del Grand Tour. Forse la spiegazione sta nel fatto che nella connotazione tradizionale il Presepe riflette in modo immediato e tangibile lo spirito di una epoca, quella della Napoli settecentesca e del primo ottocento, con i suoi splendori esibiti ed i suoi sogni, con la resa minuziosa ed attenta dei caratteri e dei mestieri della plebe del contado e delle province dell’antico Regno in una atmosfera idillica e spensierata, dove la realtà è colta con occhio sorridente e bonario. E non vi è dubbio che ancora oggi la tradizione artistica del Presepe sia tra le più care ai napoletani, ricca com’è di implicazioni culturali e di costume, ma anche sentimentali che attingono alla storia personale di ognuno, al di là dell’occasione celebrativa annuale, così che appare davvero che ci sia una familiarità tra la gente ed il presepe dovuta anche, in parte, al lessico presepiale che è parte della nostra lingua, ormai, e che è stato ampiamente reso noto da altre forme di espressione artistica, più o meno popolari, e in primo luogo dal teatro.  La letteratura artistica sul presepe è piuttosto ampia, e negli ultimi decenni si è arricchita di contributi che hanno gettato le basi per uno studio condotto con metodo scientifico e rigore filologico sottraendo il mondo presepiale a quel limbo tra artigianato e folclore in cui lo avevano confinato tante pagine di letteratura e di costume, per individuarne i nessi con le arti maggiori, con il teatro in primo luogo, e con il gusto e la sensibilità culturale di chi allestiva in proprio o si faceva montare un presepe da un regista specializzato.  Fra i numerosi pezzi settecenteschi del Museo Correale, tutti di ottima fattura, citiamo innanzitutto uno Zampognaro soffiante di Matteo Bottiglieri, un Ciaramellaro e due figure di Rustico adorante di Giuseppe Sanmartino, un Giovane di ambito sanmartiniano, un Rustico e due Zingare di Francesco Cappiello, un Mendicante cieco di autore ignoto, un Portatore orientale di Giovan Battista Polidoro. Tra gli animali vanno ricordati un Mulo e un Toro di Nicola vassallo, nonché un rarissimo Orso di Francesco Gallo. A questi pezzi va aggiunto il Gruppo sacro della natività, recentemente donato al Museo Correale, che può considerarsi una delle più belle realizzazionie composizioni presepiali del XIII secolo rappresentanti la Madonna, S. Giuseppe e il Bambino.


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