• Periodico di
      Informazione turistica
      Aut. Trib. NA n.3104 del 15.04.1982

      Editrice Surrentum
      Viale Montariello, 8 - Sorrento

      Direttore Responsabile:
      Antonino Siniscalchi

      Redazione:
      Luisa Fiorentino
      Mariano Russo

      'Surrentum' viene stampato in 13.000 copie da 'Tip. La Sorrentina' Sorrento
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Carla Fracci

Per lei il tempo si è fermato. Inutile fare i conti, rintracciare date, elencare ricordi, memorizzare spettacoli, pensando di scoprire altro. Carla Fracci non ha mai negato la sua età, gli inizi, le difficoltà, le rinunce, i sacrifici, testimoniati in migliaia tra articoli, pubblicazioni, libri, recensioni, documenti, fotografie, programmi di sala, che raccontano i suoi successi in tutto il mondo. La più importante, significativa e famosa Prima ballerina italiana, ha fatto sprecare fiumi d’inchiostro, è stata osannata e ammirata, per la sua durata sulla scena, un caso assolutamente unico, che ha trasformato la minuta ragazzina lombarda in una grande ballerina che, con una volontà di ferro, un talento speciale e una qualità interpretativa fuori del comune, ce l’ ha fatta. Saltando sulle punte, provando a volare con la leggerezza di una farfalla, combinata ad una solidità caratteriale non comune, Carla Fracci ha attraversato il secolo scorso, diventando una personalità internazionale. Ha incontrato, conosciuto, frequentato i personaggi più significativi del Novecento. Volendo elencarne qualcuno: Charlie Chaplin, Federico Fellini, Piero Tosi, Nino Rota, Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, ha ispirato poesie a Eugenio Montale e Alda Merini, è stata ritratta da Renato Guttuso e Mario Donizetti, scolpita da Mario Messina, Eduardo nel 1978, l’ ha voluta accanto a lui come “Filumena” danzante, nel grande spettacolo al Teatro Tenda di Roma, frequenta Margherita Hack e Rita Levi Montalcini , ha lavorato con Anton Dolin, Maurice Bejart, John Butler, Roland Petit, e come se non bastasse, è stata insignita di tutte le onorificenze della Repubblica italiana: Cavaliere, Commendatore e Grand’Ufficiale della Repubblica. In cinquant’anni di carriera, i titoli dei giornali di tutto il mondo a lei dedicati, si sono sbizzarriti come per nessuno: era ancora minorenne e cominciò il Times con “ The last Giselle was the best”, negli anni in cui era guest artist dell’American Ballet Theatre, Clive Burnes sul New York Times la definì “ la Duse della danza”, paragonata a Sarah Bernhard per “ Fall rever legend”e a seguire, altri giornalisti e critici di danza di ogni dove continuarono con “Carissima”, “Madonna della danza”, “Miracolosa Carla”, “Mostro sacro”, “Le ali ai piedi”, “ Leggendaria Carla” e così via. E’ la danzatrice al mondo, che ha ballato il più gran numero di balletti, circa cinquecento titoli, che sommano quelli del grande repertorio classico (Giselle, Lago dei cigni, Bella addormentata, Schiaccianoci, Romeo e Giulietta, Cenerentola…) alle creazioni in gran parte scritte e dirette dal regista Beppe Menegatti, suo marito, (Splendori e miserie, Sogno romantico, Nijnsky, Cocteau Opium, Isadora, Zelda, La muta di Portici, Ifigenia, Fedra, Coco Chanel, Eleonora Duse, Souvenir di Giulietta, Filumena Marturano, Amleto, Maria Stuarda, La primavera della signora Stone… ). Impossibile raccontare la sua storia, che, da oltre cinquanta anni ho vissuto da vicino nel segno di un’amicizia fortissima, anche se vanno elencati alcuni tra i suoi grandi partner che, dopo il prediletto Erik Brhun, ( con il quale, dice Carla, ho formato l’altra coppia, in antitesi a quella di Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev), sono stati: Rudolf Nureyev, Vladimir Vassiliev, Paolo Bortoluzzi, Michael Baryschinikov, Gheorghe Iancu, Paul Chalmer, Patrik Dupond e così via.

Ballerine si nasce o si diventa?

Il mio non fu proprio un bell’esordio. Fui quasi scartata. A distanza di anni di lavoro nella danza, sono certa ci debba essere qualcosa di innato che spinge a fare la ballerina. La danza è una carriera misteriosa, rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza…

Quale fu per te il momento iniziale determinante?

L’incontro con Anton Dolin, che mi scelse per un evento storico, l’interpretazione con: Alicia Markova, Yvette Chauvirè e Margaret Scranne, le tre più importanti ballerine del momento, del “ Grand Pas de quattre” a Nervi. Avevo solo diciotto anni!

In tanti anni di carriera, che cosa è stato realmente difficile?

Praticamente tutto, anche se mi considero fortunata per la carriera che ho avuto. E’ stato difficile resistere, lottare, affrontare i momenti bui, andare oltre….E’ stato fondamentale Beppe, che non mi è stato sempre accanto, perché non è stato soltanto il marito ma il compagno, l’intellettuale, il regista, l’ideatore di centinaia di occasioni e di creazioni indimenticabili!

Quale aspetto è stato importante nella tua crescita di Prima ballerina?

Ballare il repertorio, certo, è stato importante ma, forse…ancora di più, è stata significativa la mia capacità di rinnovarmi, di trovare nuovi personaggi da interpretare e proporre. Importante il decentramento che mi ha portato a danzare in paesi piccoli ed in teatri piccolissimi.

Come e perché, in alcuni spettacoli, e solo per merito di alcuni interpreti, nasce la magia?

Non è facile. Il pubblico avverte sempre quando un artista è autentico, è sincero, è dedicato fino in fondo… Soltanto, con queste condizioni, può nascere, nell’ interpretazione, la magia.

A dieci anni dalla morte di Rudolf Nurejev quali sono i tuoi ricordi più cari?

Tanti. Credo di essere stata la ballerina che ha danzato di più con lui… L’ho conosciuto, a Londra, prima ancora che cominciasse a ballare con Margot Fonteyn. Rudolf è stato un grande ballerino e coreografo e inoltre una persona …molto difficile! Poteva anche essere terribile, tant’è che più volte, è stato scorretto con chi danzava con lui. Per me ha avuto sempre un grande rispetto, in scena sentiva la mia collaborazione, mi ha sempre riconosciuto una forza… Di recente, pur continuando a ballare, in aggiunta alla tua nomina di Assessore alla provincia di Firenze, ti sei occupata anche di insegnamento…

Che esperienza è per te? Quanto ti interessa?

Quando ho cominciato in questo settore non sapevo come sarebbe stato e come l’avrei affrontato… Dopo anni di lavoro, so che mi piace. E’ interessante ed anche di responsabilità. Richiede molta attenzione, dedizione, partecipazione. Di abitudine e anche per carattere non mi distraggo facilmente, nell’insegnamento, poi, occorre essere particolarmente attenti per anticipare, capire, ascoltare i problemi. Non bisogna lasciarsi andare ma rispettare l’ordine, l’autorità, le regole.

Peccato…cosa?

Che la via sia così breve e insostituibile!

intervista di Giuliana Gargiulo


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