• Periodico di
      Informazione turistica
      Aut. Trib. NA n.3104 del 15.04.1982

      Editrice Surrentum
      Viale Montariello, 8 - Sorrento

      Direttore Responsabile:
      Antonino Siniscalchi

      Redazione:
      Luisa Fiorentino
      Mariano Russo

      'Surrentum' viene stampato in 13.000 copie da 'Tip. La Sorrentina' Sorrento
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ALLA SCOPERTA DELLA COSTA DELLA PENISOLA SORRENTINA

Baia di PuoloMassa Lubrense – Estremo lembo della penisola sorrenti­na, a cavallo tra il golfo di Na­poli e quello di Salerno, Massa Lubrense (Massae erano chia­mati gli agglomerati separati dai vicini territori municipali in epoca imperiale e Lubrense da Delubrum cioè l’antico san­tuario mariano situato a Fonta­nella, alla Marina della Lobra), è situata a 40° 35’ N di latitudine e a 14° 21’ E di longitudine con­finando con Sorrento nel Gol­fo di Napoli con la spiaggia di Puolo e con il fiordo di Crapolla alla foce del Rivicolo nel Golfo di Salerno. La costa alta e frasta­gliata lunga circa undici miglia si estende a Ponente con il Seno di Puolo tra il Capo di Sorrento ed il Capo di Massa; il Seno di Massa, tra il Capo di Massa ed il Capo Corvo la Cala di Marciano, tra Punta San Lorenzo e Punta Baccolo; la Cala di Mitigliano, a ridosso della Punta Baccolo; la Fossa della Papara o Fossapapa, in prossimità della Punta del­la Campanella; ed a Scilrocco con il Seno di Jeranto, tra Punta della Campanella e la Punta di Jeranto; il Seno del Cantone, tra la Punta di Montalto e Pun­ta Sant’Antonio; I’lnsenatura di Recommone, a ridosso della Punta omonima; la Marina di Crapolla, tra le Punte di San Pie­tro e del Monte di Torca. Per viaggiatori inquieti, sem­plici bagnanti in cerca di una natura ancora incontaminata e cultori in generale di un’oasi incantata tenteremo di offrire un itinerario reale lungo quello che un tempo era chiamato il Promontorio di Minerva. La nostra base di partenza sarà il porticciuolo di Marina del­la Lobra dove noleggeremo un battello con o senza equipag­gio presso gli esperti marinai di “Forza 7” dirigendoci come prima tappa verso la Marina di Puolo. Dopo aver costeggiato “la “Ghiaia” con la sua recentissima scogliera di orribili pietre vulca­niche, e subito dopo la Riviera di San Montano, passeremo per la Pila di Marcigliano con un occhio attento a rocce affio­ranti a ridosso della Conca Az­zurra dirigendoci verso il Capo di Massa osservando a destra una delle dieci torri costiere di avvistamento che furono costruite ad opera di pubblici poteri tra il 1564 ed i primi del ‘600 subito dopo quel terribile 13 giugno del 1558 che vide la più tragica razzia saracena sul nostro territorio che portò di­stuzione, numerosissimi morti e 1493 prigionieri. Il villaggio di Puolo il cui nome deriva da Pollio Felice, il ricco patrizio romano che quì ebbe una vil­la sontuosa, ci accoglie con la spiaggia del Portiglione, sorta di darsena scavata nella roccia e subito dopo con la grave mu­tilazione della sua Cava dalla cui spianata un tempo si leva­vano le rocce della intermedia Punta di Puolo o della Croce. Subito dopo ci appare la spiag­gia aperta, dalle cui sabbie s’in­nalza, su fondazioni romane, la lunga mole del fabbricato de La Loggia dove la comunità del villaggio ebbe per secoli casa, arsenale e chiesa.
La spiaggia che fu palestra nel 1° secolo di ludi ginnici annuali in onore di Ercole (le Feste Pol­lie), fu anche sede di un piccolo stabilimento termale in cui l’ac­qua calda era fornita da una fal­da acquifera a temperatura su­periore a quella ambientale che a tutt’oggi, riscalda la sabbia, la rende ideale per le sabbiature. Ripartiamo da Puolo lascian-doci alle spalle i ruderi della Villa della Punta del Capo di­Massa orribilmente mutilati per l’ingiuria del tempo e dal van­dalismo dei privati (parte dei resti furono distrutti quando nel 1927 iniziò l’attività della vi­cina Cava e gli stessi costruttori della strada d’accesso alla cava realizzarono il tracciato tra resti archeologici facendo brillare al­cune mine sotto antiche fonda­menta) e reperti conservati nel piccolo museo di Villa Angelina (bassorilievi in marmo, vasi e frammenti di colonne) ripor­tando i versi del poeta massese Paolo Pulcarelli: “O Ercole, c’era stato un tem-pio qui, degno di memoria per le cento bianche colonne di solido marmo pario. Il tempo vorace ha tutto consu­mato e guasterà tutto…”.


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