• Periodico di
      Informazione turistica
      Aut. Trib. NA n.3104 del 15.04.1982

      Editrice Surrentum
      Viale Montariello, 8 - Sorrento

      Direttore Responsabile:
      Antonino Siniscalchi

      Redazione:
      Luisa Fiorentino
      Mariano Russo

      'Surrentum' viene stampato in 13.000 copie da 'Tip. La Sorrentina' Sorrento
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di Giuliana Gargiulo

Serena RossiTra riccioli lunghi e scuri, occhi brillanti e un sorriso di mandorle sbucciate, con un entusiasmo in gran parte legato alla sua giovane età, Serena Rossi, in un’esplosione di allegria e di comunicativa, si racconta. Poco più di venti anni e già tante cose fatte sono il punto di partenza per un cammino che intende affrontare in tutte le sue sfaccettature. Un bel carattere, e una bellezza mediterranea, talento e voce, che ne “Un posto al sole” in poco tempo le ha fatto conquistare nuovi consensi, Serena Rossi dopo “Mal’aria”, il musical con la regia di Bruno Garofalo, è pronta a affrontare nuove tappe: professionali e di vita.
Vuole raccontarmi la sua storia? Quali sono i suoi ricordi di infanzia?
Sono nata a Napoli, in una bellissima famiglia di musicisti. Tutti fissati per la musica tant’é che papà suonava la chitarra, mamma cantava, il nonno Giuseppe Palombo, in coppia con il M° Alfieri è stato autore di tante canzoni. Ho un bel ricordo della mia infanzia, perché sia io che mia sorella Ilaria, minore di sei anni, vivevamo cantando. Ero una bambina un po’ “fessacchiotta”, sempre sorridente che cantava sempre, suonava, recitava e inventava costumi di scena. Appena è stato possibile ho cominciato a fare tutto questo nei villaggi turistici… Quando mi sono iscritta al Liceo linguistico, e non è stato facile terminarlo, i miei genitori mi hanno aiutato a trovare il tempo per studiare. Il sabato invece di uscire con le mie amiche cantavo con papà nei piano bar, soprattutto per due anni di seguito ho fatto il mio lavoro di cantante a Sorrento.
In qualche senso si sente figlia d’arte? Un privilegio o in qualche modo un condizionamento?
E’ stato un grande privilegio perché già da piccola sapevo quello che volevo fare, cioè realizzare i sogni che mamma non ha potuto realizzare. Mi emoziono pensando a mamma anche se miei genitori sono molto critici e mi dicono con sincerità se valgo o meno. Ho veramente un bel rapporto con loro…
Quando è avvenuta la svolta ed ha iniziato una vera e propria carriera?
Stavo cantando a Sorrento in un locale quando un signore chiese a papà se avrei potuto fare un provino con Claudio Mattone per “Scugnizzi”, il musical che stava preparando. Il cast era già completo ed io ero veramente molto giovane. A casa festeggiai l’avvenuto provino. Ad un certo punto arrivò una telefonata che mi convocava per un altro provino: di recitazione. Avevo sedici anni e frequentavo il Liceo. Sono stati anni tosti ma…troppo belli!
Quanto è durata l’esperienza “Scugnizzi”?
Due anni, concludendo l’esperienza con le rappresentazioni al Teatro Sistina. Non ho fatto granchè, nello spettacolo avevo da dire soltanto due battute e facevo parte del coro.
Che esperienza è stata?
Una grande vetrina. Sono entrata dal portone principale e poi è stata bellissima l’amicizia con i ragazzi, tutti alla prima esperienza…
Che cos’altro le è successo?
Che un giorno arrivò un fax a Bruno Garofalo, regista di “Scugnizzi”. Qualcuno mi cercava per fare la protagonista di “Rosa Furia” in televisione. Feci quel lavoro e ritornai a “Scugnizzi”, sempre nello stesso ruolo.
Quando le arrivò la proposta di interpretare “Un posto al sole”?
Dal dicembre 2002 sono entrata a far parte del cast di “Un posto al sole” con un ruolo che sta crescendo sempre di più ed anche con la possibilità di cantare. Un grande lavoro di gruppo per una soap opera, che un tempo quasi tutti snobbavano e che invece è vista in tutta Italia. Sento che la gente mi ama e poi è una vera e propria scuola in cui si impara a dare il meglio e …subito. Ciascuno di noi dispone di venti minuti per interpretare una scena. Nel frattempo ho preso parte a Salvo d’Acquisto e La monaca di Monza con Giovanna Mezzogiorno.
Vuole raccontarmi come è andata l’esperienza in teatro con “Mal’aria”?
Quando Bruno Garofalo mi ha chiamato come protagonista non potevo crederci. E’ stata un’emozione, stavo male solo a pensarci e non ci credevo. Mi fece leggere un monologo. E’ proprio vero quello che mi ha insegnato mio padre: semina che poi si raccoglie.
Oltre suo padre, ha avuto maestri da ricordare?
Tanti. E poi ho avuto grandi miti come Sofia o Massimo Ranieri o Eduardo e poi Bruno Garofalo che è stato il primo regista… Non mi posso lamentare, anche la gavetta, se cosi si può chiamare, è durata si e no due anni. Mi sembra tutto normale ma… sono proprio una fortunata.
Ha mai avuto momenti di difficoltà o di scoramento?
Qualche volta mi pesa non essere una ragazza normale e questo è brutto. Di venti compagne di classe, me ne sono rimaste due, perché faccio una vita diversa, negli orari, negli obiettivi nei tempi… Soffro un po’ di solitudine… Anche con un fidanzato succede la stessa cosa, capisco che ci vuole pazienza, ma non è facile! Non mi sento particolarmente attratta dagli attori che sono… molto narcisi!
Volendo raccontarsi caratterialmente com’è?
Sentimentale, sempre ottimista, realista e credo tosta, anche precisa e scocciante. Finalmente ho aperto un po’ gli occhi, sono cresciuta ma incapace… di litigare.
Cantante o attrice, che cosa vuole essere?
Ma perché… devo scegliere? Non mi sento scissa perché ho cominciato come cantante e canto di tutto, anche in inglese, e poi ho scoperto la recitazione che mi piace tanto.
Paure ne ha?
Di perdere le persone che amo come è successo con il nonno che è stata la prima batosta della mia vita. E poi… non voglio morire.
Il talento cos’è?
O c’è o non c’è, anche se può sempre migliorare perché bisogna andare avanti e crescere.
Un obiettivo ce l’ha?
Non deludere e fare sempre meglio
E un sogno?
Essere felice e rimanere sempre me stessa.


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