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      Informazione turistica
      Aut. Trib. NA n.3104 del 15.04.1982

      Editrice Surrentum
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      Direttore Responsabile:
      Antonino Siniscalchi

      Redazione:
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Autoritratto di Leonardo Da Vinci

Nicola Barbatelli, studioso medievalista, ha rinvenuto a Salerno, nel novembre del 2008, la tavola oggi esposta a Villa Fiorentino. Si tratta di un dipinto in tempera grassa su pannello di pioppo (44×59 cm) raffigurante il volto di Leonardo da Vinci. Ciò che rende questo dipinto eccezionale, è il fatto che non siamo di fronte ad una copia ma ad un originale della fine del 1400 inizi 1500. Dopo un anno di ricerche scientifiche, storicoartistiche e documentarie si può affermare con un altissimo grado di fiducia che il dipinto è in realtà l’Autoritratto di Leonardo da Vinci. Per giungere a tale conclusione, ricercatori ed esperti di Leonardo provenienti da diversi campi di ricerca e da diversi istituti universitari di livello internazionale, hanno svolto tutte le possibili indagini ed analisi, trovandosi concordi nel ritenere tale dipinto come l’Autoritratto di Leonardo. Accenniamo qui solo ad alcune di tali ricerche. Il Centro INNOVA dell’Università Federico II di Napoli, coordinate dal professor Terrasi, ha svolto tutte le indagini fisiche, dalla datazione al radiocarbonio 14 alla caratterizzazione dei pigmenti del dipinto con Fluorescenza X in Dispersione di Energia (ED-XRF). La datazione al RadioCarbonio 14 permette di affermare che il legno della tavola ha una età compresa tra il 1459 e il 1523 (Leonardo nasce nel 1453 e muore nel 1519). L’analisi sui pigmenti permette di affermare che il dipinto è stato realizzato con una tecnica e con materiali compatibili con l’età del supporto e che non si ha evidenza, nelle zone non restaurate, dell’uso di pigmenti o materiali di epoca moderna. Il retro della tavola riporta una scritta in latino: PINXIT MEA. La scritta è al rovescio ed è riapparsa solo dopo la pulizia della tavola. E’ stato analizzato sia l’inchiostro, ferro gallico normalmente usato da Leonardo, che la grafia. L’indagine grafologica, svolta dalla specialista Silvana Iuliano, ha attribuito la scrittura, con evidenze comparative di incontestabile validità, alla mano di Leonardo da Vinci. Le varie fasi di pulizia preliminare del dipinto, effettuate da Giancarlo Napoli dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, hanno fatto emergere una micro fessurazione dello strato pittorico (craquelet) non riproducibile artificialmente, che garantisce la originalità dei pigmenti usati. Una ricerca innovativa svolta dal prof. Capasso dell’Università di Chieti, assieme al colonnello Gianfranco De Fulvio, Comandante del Nucleo RACIS (Dipartimenti scientifico dell’Arma dei Carabinieri) ha riguardato le impronte digitali. Tale tecnica, messa a punto dal prof. Capasso, si avvale di una esperienza e di un data base unico al mondo. L’esito di tale ricerca è il ritrovamento di una impronta sopra la parte laterale della piuma, che è compatibile con una impronta trovata su un altro dipinto di Leonardo, la “Dama con l’Ermellino”. Questo straordinario risultato consente di dimostrare il contatto fisico avvenuto tra la mano che ha realizzato “La dama con l’ermellino” ed il dipinto Lucano. L’indagine riflettografica IR, svolta dallo specialista di Diagnosticaper immagini Andrea Rossi, permette di dimostrare la grande affinità con le analoghe immagini riprese sul dipinto di “Monna Lisa” e permette anche di evidenziare i ritocchi che sono stati effettuati nel corso del tempo. Due ricerche assolutamente innovative sono state svolte sulla fisionomia del volto raffigurato. Il prof. Felice Festa, dell’Università di Chieti, ha svolto una indagine cefalometrica comparativa tra il dipinto Lucano ed altri volti attribuiti a Leonardo da Vinci. La ricerca, che permette per la prima volta di affrontare in maniera quantitativa, misurabile e riproducibile una indagine del genere, si avvale degli stessi metodi di misurazione ideati da Leonardo da Vinci. L’esito delle ricerca è che il volto è lo stesso di almeno altri due disegni e  tramandati dalla tradizione come volti di Leonardo, e mostra sorprendenti evidenze di una profonda conoscenza della anatomia, ossia di una perfetta conoscenza dei muscoli facciali. Un parallelo studio sulla fisiognomica del volto è stato svolto dal Museo delle Antiche Genti di Lucania in cooperazione con l’università di Tallinn, Estonia. Tale studio, di natura morfologica, ha permesso la ricostruzione tridimensionale del volto di Leonardo, che rivediamo per la prima volta dopo 500 anni. Autoritratto di Leonardo Da Vinci Il volto, tratto dal dipinto Lucano, è stato comparato con gli altri volti di Leonardo, giungendo alle stesse conclusioni del prof. Festa. E’ stato inoltre possibile effettuare degli esperimenti virtuali, quali quello della camera degli specchi, del tipo di illuminazione,  della vista binoculare. A tal proposito è stato dimostrato che il dipinto Lucano scaturisce dalla combinazione di due viste del volto leggermente sfalsate di 18°, proprio come l’immagine che ognuno di noi avrebbe collocandosi dinanzi ad uno specchio a circa 15-20 cm, ed osservandosi prima con un occhio e poi con l’altro. Tale risultato trova piena conferma negli studi svolti al riguardo dal prof. Peter Hohenstatt. E’ una ulteriore dimostrazione che siamo di fronte all’Autoritratto di Leonardo da Vinci. Le indagini di natura storico-documentaria in corso ad opera del prof. David Bershad dell’Università di Calgary, Canada, confermano infine anche una coerenza storica che potrebbe aver portato il dipinto in Sud Italia, in Lucania da dove sembra provenire. Una nota curiosa per concludere questa breve presentazione dell’Opera, riguarda proprio la zona dove il quadro sembra sia rimasto per molto tempo. E’ un piccolo paese della Lucania, Moliterno, nel Lagonegrese in Lucania. Secondo la narrazione di un autore russo dei primi del 1900, Merezkovsky, sarebbe questo il luogo dove morì Monna Lisa. Una leggenda, sicuramente, ma anche una straordinaria coincidenza.


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